Storia del Caffè napoletano: le origini e il rito a Napoli

La storia del caffè napoletano è recente e ci racconta che la bevanda arriva in città abbastanza tardi rispetto al resto d’Europa: se i primi chicchi arrivano in Italia a partire dal 1600, il caffè a Napoli arriva solo nel 1614.

Quali sono le origini del caffè napoletano? Andiamo a scoprire tutti i particolari: come arriva il caffè a Napoli, cosa significa bere caffè per i napoletani e i segreti del caffè alla napoletana.

Storia delle origini del caffè Napoletano

Le origini risalgono al 1614 quando Pietro della Valle, un musicologo romano, decide di abbandonare Roma per pene amorose e di stabilirsi nella città partenopea. Da qui si mette in viaggio verso la Terra Santa: da questo viaggio ha origine la storia del caffè a Napoli.

Pietro della Valle, spinto dalla conoscenza di una donna, resta in Terra Santa per ben 12 anni rimanendo in contatto epistolare con alcuni dei suoi amici napoletani tra cui Mario Schipano.

In una delle sue 56 lettere, il della Valle, racconta di una bevanda detta “khave”: un liquido profumato che veniva fuori da bricchi posti sul fuoco, versato in piccole scodelle di porcellana e bevuto dopo pranzo.

A partire da questo episodio, viene introdotto e fatto conoscere il caffè a Napoli. Ma questa non è l’unica versione storica esistente.

C’è chi attribuisce all’arrivo del caffè a Napoli una storia diversa e antecedente al viaggio di Pietro della Valle.

Alcuni sostengono che la bevanda sia arrivata clandestinamente all’Università di medicina di Salerno e prima del viaggio di Pietro della Valle.

Altri pensano che il caffè in Campania fosse presente già a partire dal 1450 quando regnavano gli Aragonesi.

Ma a prescindere quale di queste sia la versione più veritiera dell’origine del caffè napoletano, questa bevanda è apprezzata a Napoli solo agli inizi dell’800 con la comparsa dei primi caffettieri ambulanti.

Il caffè entra nella tradizione napoletana proprio grazie ai caffettieri, ormai scomparsi, che percorrevano la città di Napoli con i loro recipienti di caffè, latte, tazze e zucchero.

Da questo momennto il caffè diventa un momento di aggregazione, un rito della tradizione napoletana che significa fare amicizia e regalarsi un momento di spensieratezza.

La storia del caffè napoletano prosegue nelle abitudini delle case dei napoletani: con la caffettiera napoletana (cuccumella) fino ai migliori caffè di Napoli.

Il Rito del Caffè per i Napoletani

Nel 1900 si inizia ad usare la “macchina per espresso” per fare il caffè, che era molto difficile da maneggiare, ma di cui i napoletani divennero subito abili maestri: nacque l’espresso napoletano.

Ma già nel 1800 iniziano ad aprire a i primi Caffè di Napoli: nel 1860 aprì il Gran Caffè (attuale Gambrinus), il più bello ed importante di tutti, detto anche “Caffè delle Sette Porte”, nel piano terra del palazzo della Foresteria in piazza San Ferdinando.

A Napoli il caffè napoletano è buono sempre: sia se lo si prepara con la vera caffettiera napoletana piuttosto che con la macchina espresso al bar.

L’importante è saper preparare il caffè napoletano come tradizione napoletana “comanda”!

Che tu sia di Napoli oppure no, nulla ti vieta di preparare un caffè napoletano speciale alla napoletana. Il massimo sarebbe preparare il caffè con la classica caffettiera napoletana, la cuccumella.

Ma si può gustare un buon caffè napoletano preparato a casa anche usando la moka. Alla fine la differenza la faranno la miscela di caffè napoletano e il procedimento di preparazione alla napoletana: seguendo pochi consigli tutti potranno gustare un buon caffè napoletano, forse non così buono come lo fanno a Napoli ma “quasi”…

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